Nova orbis tabula ad usum serenissimi burgundiae ducis

Nova orbis tabula ad usum serenissimi burgundiae ducis

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Hubert Jaillot - 1694 - Dim. 100x80 o 62x48 cm

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Prodotti artigianali

Opere uniche

Erodoto, nel V secolo avanti Cristo, raccontava: “ è veramente curioso constatare come tanta gente realizza mappe del mondo di forma circolare. “ Questa testimonianza del famoso storico greco però è tutto ciò che ci rimane sull’arte di rappresentare la Terra nella sua prima grande stagione, quella che fiorì nella Grecia antica. Infatti le carte geografiche di quel periodo storico non sono sopravvissute e l’esemplare più antico che sia giunto fino a noi è di quindici secoli posteriore alla citazione di Erodoto. Ciò è dovuto alla deperibilità dei materiali usati per rappresentare le mappe e anche all’importanza pratica di queste che ne causava l’usura e la distruzione. Tuttavia l’evoluzione della cartografia, fin dalla preistoria, è stata ricostruita abbastanza agevolmente, grazie alle frammentarie tracce rimaste. Ma il racconto di Erodoto ci dice anche un’altra cosa e cioè che l’umanità, sin dalla sua nascita ha sentito, prepotente, il bisogno di rappresentare su svariati materiali il mondo che la circondava, intuendo che il progresso e lo sviluppo erano strettamente connessi alla cartografia ed alla sua evoluzione. Certamente nel 1600 quest’arte aveva fatto passi giganteschi e le carte che ci sono state tramandate sono lì a testimoniarlo. Questo secolo ha visto la nascita di numerosi atelier cartografici, impegnati febbrilmente alla costruzione di nuove carte o all'aggiornamento di quelle vecchie, grazie alle nuove conoscenze geografiche dovute ai viaggi effettuati dai navigatori. Le imprese di Colombo, Vespucci, Caboto, Magellano furono il frutto di questa nuova maturazione scientifica e il XVII secolo si consacra per la presenza di numerosi ed illustri scienziati, nonché di studiosi geniali e illuminati. Segnò un indiscutibile progresso della geodesia con diretti riflessi sulla precisione cartografica e questo grazie anche a Snellius (Willebrod Snell, olandese, 1591-1626), il quale per primo misurò una "base" geodetica, appoggiando ad essa una "rete" di triangoli ricoprente tutto il territorio nazionale al fine di determinare le coordinate geografiche delle città olandesi e di trarre elementi utili per calcolare la dimensione della Terra. Ovviamente gli strumenti ed i sistemi di misura erano ancora abbastanza sprecisi, ma la Terra, sia pur non completamente, era stata delineata. Il periodo storico che vede la nascita di questa “NOVA ORBIS TABULA”, è la fine del 1600 ed ha come autore un illustre cartografo francese, Hubert Jaillot. Nato nel 1632 e morto nel 1712, questo personaggio si distinse non tanto per la notevole produzione di materiale cartografico prodotto, ma soprattutto per la bellezza e l’eleganza posta nell’esecuzione dei cartigli ornamentali delle sue carte. Questo planisfero, dedicato dall’autore al Duca di Borgogna, ne è una valida testiminianza. Stampato a Parigi nel 1694, colpisce per la raffinata esecuzione delle figure allegoriche poste ai margini della rappresentazione cartografica vera e propria. Ovviamente una carta del Mondo di così raffinata bellezza doveva per forza di cose essere realizzata e riproposta ricorrendo alle stesse tecniche e utilizzando gli stessi materiali impiegati all'epoca. La tecnica rilievografica impiegata per la realizzazione di questo planisfero è la più antica espressione delle arti grafiche ed utilizza esclusivamente un torchio manuale e lastre incise con maestria e precisione. Ogni soggetto diventa pertanto un originale che si differenzia dagli altri per piccole ma significative differenze. Il supporto su cui viene trasferita l'immagine è costituito da carta di puro cotone al 100% di conveniente grammatura, reperito presso una antica cartiera, già operante quando queste opere vedevano la luce per la prima volta. Al fine di ricreare quell'atmosfera e quel fascino che le opere d'arte del passato sanno infondere, i fogli subiscono, manualmente e singolarmente, un processo di invecchiamento a base di sostanze rigorosamente vegetali. Anche questa operazione contribuisce a differenziare ciascuna incisione dalle altre, perché non è e non potrà mai essere uguale ed uniforme. Segue l'operazione di taglio e ancoraggio della carta su di una tela anch'essa in puro cotone che subisce, al pari del supporto cartaceo, una sapiente opera di invecchiamento. Obiettivo primario di tutta l'operazione è l'intento di realizzare un prodotto che, sia per i materiali impiegati, sia per la tecnica utilizzata, ci permetta di ripristinarne l'originale bellezza e di recuperarne il valore storico- culturale. Ultimo, ma non meno importante adempimento, è la coloritura ad acquarello, effettuata da artisti del settore, che conferisce alla carta quella visione policroma di indubbio effetto scenico. La stesura del colore tiene ovviamente conto sia delle tonalità usate in origine sia delle modifiche che i secoli hanno apportato agli acquarelli utilizzati dai nostri antichi pittori, ottenendo un risultato capace di creare la sensazione di un piacevole ritorno ad un passato lontano.

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