Planisfero Terrarum Orbis

Planisfero Terrarum Orbis

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La Feuille - Officine Renard - Dim. 75x66 o 142x122 cm
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Prodotti artigianali

Opere uniche

Le mappe antiche sono sicuramente tra gli oggetti più affascinanti che il passato ci abbia lasciato in eredità. Esse concentrano storia , arte e scienza in un unico manufatto, e possono abbracciare sia piccoli territori che l’intero mondo conosciuto. Ci parlano soprattutto della storia e dell’evoluzione dell’uomo nel corso dei secoli, dei suoi tentativi riusciti di conoscere il mondo attorno a lui, di descriverlo e prenderne possesso. I primi abbozzi di costruzione di mappe, precorrendo addirittura l'uso della scrittura, altro non erano che schematiche rappresentazioni di particolari planimetrici idonei a far riconoscere e quindi ritrovare un itinerario già percorso o una rotta marittima, ma la necessità di muoversi in spazi più vasti stimolò enormemente la creazione di descrizioni sempre più espressive, obbligando l'uomo a ricorrere a mezzi di misura e rappresentazione più stabili, sicuri e precisi. Da limitate piccole superfici, è passato a considerare territori sempre più estesi, sino all'insieme di tutte le zone conosciute della Terra, indagando sulla forma e dimensione di questa e studiando le leggi dell'Universo, alle quali molti fenomeni terrestri parevano legati. In epoche sprovviste di buoni strumenti di misura era difficile stabilire distanze o fissare contorni solo con l'aiuto di itinerari terrestri di solito irregolari e tortuosi. E' solo nei secoli che segnarono il trionfo della Rinascenza (XV-XVII sec.) che l'astronomia, la geografia e la cartografia riacquistarono quel carattere di universalità che mancò alla scienza degli antichi Romani e che era andato perduto nella decadenza medioevale. L'irrazionale e primitiva cartografia del periodo che contraddistinse il Medioevo fu definitivamente superata dalla diffusione della Geografia di Tolomeo, favorita dalla invenzione della stampa (1446). Ciò non tanto per le tavole e le descrizioni dell'opera stessa, quanto per le basi razionali che costituivano il loro fondamento. Questi secoli hanno visto la nascita di numerosi atelier cartografici, impegnati febbrilmente alla costruzione di nuove carte o all'aggiornamento di quelle vecchie, grazie alle nuove conoscenze geografiche dovute ai viaggi effettuati dai navigatori. Le imprese di Colombo, Vespucci, Caboto, Magellano furono il frutto di questa nuova maturazione scientifica. Il XVII secolo si consacra per la presenza di numerosi ed illustri scienziati, nonché di studiosi geniali e illuminati. Segnò un indiscutibile progresso della geodesia con diretti riflessi sulla precisione cartografica e questo grazie anche a Snellius (Willebrod Snell, olandese, 1591-1626), il quale per primo misurò una "base" geodetica, appoggiando ad essa una "rete" di triangoli ricoprente tutto il territorio nazionale al fine di determinare le coordinate geografiche delle città olandesi e di trarre elementi utili per calcolare la dimensione della Terra. Di questo periodo storico (XVIII sec.) fa parte il planisfero qui proposto. Realizzato da La Feuille e stampato nelle officine Renard colpisce per la raffinatezza del segno grafico unito ad una armoniosa composizione dell'insieme. Realizzato con la tecnica dell'incisione su rame, è costituito da più fogli montati su "tela a stacchi", al fine di migliorarne la conservazione, agevolarne la leggibilità e facilitarne il trasporto. Sono note le difficoltà che gli incisori dei secoli passati incontravano nella preparazione delle matrici col metodo dell'incisione. I tempi d'esecuzione erano lunghissimi ed il lavoro eseguito non suscettibile di correzioni, a tal punto che non è difficile trovare nelle mappe qualche errore. Inoltre il numero di copie che era possibile realizzare era limitato, poiché le lastre di legno prima e di rame poi, sottoposte al ripetuto schiacciamento del torchio, tendevano a deteriorarsi rapidamente. Ma solo la tecnica di stampa rilievografica, la più antica espressione delle arti grafiche, permette d'avvicinarci ai risultati ottenuti dai nostri predecessori. Il metodo utilizzato nell'allestimento di questo planisfero fa uso di un vecchio torchio manuale e lastre incise con maestria e precisione. Il supporto su cui viene trasferita l'immagine è costituito da carta di puro cotone al 100% di conveniente grammatura, reperito presso un'antica cartiera, già operante quando quest'opera vedeva la luce per la prima volta. Al fine di ricreare quel fascino che le opere del passato sanno infondere, i fogli subiscono, manualmente e singolarmente un processo d'invecchiamento a base di sostanze rigorosamente vegetali. Segue l'operazione d'ancoraggio della carta su tela, anch'essa in puro cotone grezzo, che subisce, al pari del supporto cartaceo, una sapiente opera d'invecchiamento. L’eventuale coloritura all’acquerello conferisce al soggetto una visione policroma di indubbio effetto scenico.Tutto questo al fine di realizzare un prodotto che, sia per i materiali impiegati sia per la tecnica utilizzata, recuperi la bellezza ed il valore storico-culturale dell'originale.

PLA21
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