Planisphaerium terrestre cum utroque coelesti hemisphaerio...

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A.F.Zurner - Dim. 56x50 cm
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Prodotti artigianali

Opere uniche

"Mi dicono che esiste gente cui non interessano le mappe. Non riesco a crederci." scriveva Robert Louis Stevenson. Certo, in quanto autore della mappa de l'Isola del Tesoro, Stevenson era praticamente un cartografo professionista e la sua è sicuramente un'affermazione valida. Ignorare l'eleganza, l'ingenuità o la stravaganza delle carte antiche è sicuramente perverso. La famosa frase di E. C. Bentley secondo la quale la geografia riguarda le mappe e la biografia riguarda la gente è vera solo in parte perché le mappe dicono molto anche della gente. Uno degli scopi delle carte antiche era quello di documentare l'impatto dell'uomo sul territorio e, dato che risalgono almeno all'epoca babilonese e coprono tutto il mondo, possiamo affermare che le mappe antiche sono vaste come la civiltà, precorrendo addirittura l'uso della scrittura. Inizialmente erano schematiche rappresentazioni di evidenti particolari planimetrici, idonei a far ritrovare un itinerario terrestre già percorso o una rotta marittima, basate su grossolani elementi di lunghezza e direzione. Divennero poi, gradatamente, descrizioni sempre più espressive e, con l'allargarsi degli orizzonti, delle conoscenze e delle esigenze, grazie a mezzi di misura e di rappresentazione più stabili e più sicuri, passarono a considerare territori sempre più vasti, sino all'insieme di tutte le zone distribuite sulla Terra, indagando sulla forma e dimensione di questa e studiando le leggi dell'Universo, alle quali molti fenomeni terrestri apparivano legati. Simultaneamente anche le tecniche di rappresentazione si arricchivano e si affinavano, sino a produrre carte del mondo che possiamo tranquillamente definire pietre miliari della scienza cartografica. Il Planisfero qui proposto entra di diritto tra queste opere, sia per i contenuti informativi che per la finezza del segno e l'eleganza delle forme. Fu realizzato da Adam Friedrich Zurner, insigne geografo tedesco nato a Marieney nel Vogtland nel 1679 e morto a Dresda nel 1742. Tra le sue opere merita di essere citata la pianta di tutta la Sassonia, realizzata in novecento carte. Nel 1721 attese alla carta topografica di tutte le vie postali, segnando con pietre miliari le distanze e con le sue carte compose il famoso " Atlas Augusteus Saxonicus ", pubblicato dopo la morte di Augusto II. Ovviamente una carta del Mondo di così raffinata bellezza doveva per forza di cose essere realizzata e riproposta ricorrendo alle stesse tecniche e utilizzando gli stessi materiali impiegati all'epoca. La tecnica impiegata per la realizzazione di questo planisfero è quella xilografica, la più antica espressione delle arti grafiche, utilizzando esclusivamente un torchio manuale e lastre incise con maestria e precisione. Ogni soggetto diventa pertanto un originale che si differenzia dagli altri per piccole ma significative differenze. Il supporto su cui viene trasferita l'immagine è costituito da carta di puro cotone al 100% di conveniente grammatura, reperito presso una antica cartiera, già operante quando queste opere vedevano la luce per la prima volta. Al fine di ricreare quell'atmosfera e quel fascino che le opere d'arte del passato sanno infondere, i fogli subiscono, manualmente e singolarmente, un processo di invecchiamento a base di sostanze rigorosamente vegetali. Anche questa operazione contribuisce a differenziare ciascuna incisione dalle altre, perché la macchiatura non è e non potrà mai essere uguale ed uniforme. Segue l'operazione di taglio e ancoraggio della carta su di una tela anch'essa in puro cotone che subisce, al pari del supporto cartaceo, una sapiente opera di invecchiamento. Obbiettivo primario di tutta l'operazione è l'intento di realizzare un prodotto che, sia per i materiali impiegati, sia per la tecnica utilizzata, ci permetta di ripristinarne l'originale bellezza e di recuperarne il valore storico-culturale. Ultimo, ma non meno importante adempimento, è la coloritura ad acquarello, effettuata da artisti del settore, che conferisce alla carta quella visione policroma di indubbio effetto scenico. La stesura del colore tiene ovviamente conto sia delle tonalità usate in origine sia delle modifiche che i secoli hanno apportato agli acquarelli utilizzati dai nostri antichi pittori, ottenendo un risultato capace di creare la sensazione di un piacevole ritorno ad un passato lontano.

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