Piemonte diviso in sei dipartimenti

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G. Martinelli - 1799 - Dim. 64x49 o 128x98 cm

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Prodotti artigianali

Opere uniche

La rappresentazione grafica della conformazione terrestre risale ad epoche remote anche se le scarse conoscenze geografiche, la limitatezza delle nozioni matematiche e geometriche, la mancanza di mezzi di misura, rendevano estremamente difficili questi tentativi di configurazioni cartografiche. Sollecitati dal bisogno, i primi abbozzi di costruzioni di mappe addirittura precedono l'uso della scrittura e consistono in schematiche rappresentazioni di evidenti particolari planimetrici, idonei a far ritrovare un itinerario terrestre già percorso. Simili espedienti, proporzionati ai limitati bisogni ed ai ristretti limiti nei quali si svolge la vita dei popoli primitivi, cedono man mano il posto a descrizioni sempre più espressive e, con l'allargarsi degli orizzonti, della conoscenza e delle esigenze, si rende indispensabile ricorrere a mezzi di misura e di rappresentazione più stabili, più sicuri, più precisi. Da limitate piccole zone si passa a considerare territori sempre più vasti, sino all'insieme di tutta la superficie terrestre. L'irrazionale e primitiva cartografia del periodo medievale è definitivamente superata dalla diffusione della Geografia di Tolomeo, favorita dall'invenzione della stampa (1446). Quest'opera, pur analizzando e descrivendo le parti della Terra fino ad allora conosciute, definisce la base generale del tutto e il sistema di ampliare la rappresentazione in modo logico, a seguito di nuove scoperte geografiche. Sul finire del XV secolo il concetto di sfericità della Terra è ormai ammesso dai più e i grandi viaggi per mare conseguenti alla scoperta delle Americhe impongono più precisi corollari geografici e la ricerca di mezzi strumentali e cartografici più efficienti. Molti furono i geografi di quel periodo e fra questi il maggiore fu Abramo Ortelio (1527-1598) di Anversa, che nel 1570 pubblicò il Theatrum Orbis Terrarum e nel 1587 con il Mappamondo conferì notevoli progressi alle rappresentazioni geografiche, sia per la finezza del disegno che per l’eleganza della tecnica. A lui si rifecero, successivamente, numerosi geografi ed incisori nell’allestimento di carte. Fra i tanti si pone l’opera di G. Martinelli, che nel 1799 delineò ed incise questa rappresentazione del Piemonte. Le longitudini derivano dall’Isola del Ferro e non da Parigi come scritto in alto sopra la graduazione marginale. L’orografia è rappresentata prospetticamente. La carta è corredata di quattro scale grafiche. La tecnica rilievografica impiegata per la realizzazione di questa mappa è la più antica espressione delle arti grafiche ed utilizza esclusivamente un torchio manuale e lastre incise con maestria e precisione. Ogni soggetto diventa pertanto un originale che si differenzia dagli altri per piccole ma significative differenze. Il supporto su cui viene trasferita l'immagine è costituito da carta di puro cotone al 100% di conveniente grammatura, reperito presso una antica cartiera, già operante quando queste opere vedevano la luce per la prima volta. Al fine di ricreare quell'atmosfera e quel fascino che le opere d'arte del passato sanno infondere, i fogli subiscono, manualmente e singolarmente, un processo di invecchiamento a base di sostanze rigorosamente vegetali. Anche questa operazione contribuisce a differenziare ciascuna incisione dalle altre, perché non è e non potrà mai essere uguale ed uniforme. Segue l'operazione di taglio e ancoraggio della carta su di una tela anch'essa in puro cotone che subisce, al pari del supporto cartaceo, una sapiente opera di invecchiamento. Obiettivo primario di tutta l'operazione è l'intento di realizzare un prodotto che, sia per i materiali impiegati, sia per la tecnica utilizzata, ci permetta di ripristinarne l'originale bellezza e di recuperarne il valore storico-culturale. Ultimo, ma non meno importante adempimento, è la coloritura ad acquarello, effettuata da artisti del settore, che conferisce alla carta quella visione policroma di indubbio effetto scenico. La stesura del colore tiene ovviamente conto sia delle tonalità usate in origine sia delle modifiche che i secoli hanno apportato agli acquarelli utilizzati dai nostri antichi pittori, ottenendo un risultato capace di creare la sensazione di un piacevole ritorno ad un passato lontano.

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